Diseguaglianza, rituali e P2P

Considero questo saggio di Bawuens una finestra molto importante sui temi che vado studiando da alcuni anni, ovvero la cultura P2P. Bawuens citando Benckler, sostiene che il P2P è il terzo modo di produzione dopo la proprietà e la produzione attraverso contratti. Nell’età premoderna la cooperazione umana si fonda sulla forza militare ed economica. I giochi prevalenti sono di tipo win to loose. L’età del capitalismo invece si caratterizza per la ricerca di un equilibrio negli scambi. I lavoratori ad esempio sono portati a dare un contributo in ragione di uno salario ritenuto equo. Nell’età P2P sostiene l’autore si dà a vita ad uno scambio non equo, in cui a guadagnare non sono solo le parti ma anche la società. La passione, l’empatia, la generosità sono dimensioni che caratterizzano questi nuovi modelli cooperativi.

Richard Sennett

Ho trovato un collegamento molto interessante con il punto di vista di Sennett, sviluppato nel volume Rispetto (2004). Sennett sostiene che la società moderna ha cambiato l’approccio verso la diseguaglianza. Nelle società premoderne la diseguaglianza veniva trattata attraverso rituali. Poiché attraverso il rituale le persone apprendono modalità strutturate per stare insieme, socializzare, lavorare valorizzando e dando senso alle diversità. Un sistema di relazioni credibile e riconoscibile è un modo attravero il quale si riconosce la diversità e la si rispetta. La ritualità è modo attravero il quale si esprime il rispetto per l’altro. La riflessione di Sennet (pag 213 e segg.) riprende anche gli studi di Mauss sul dono. Nelle Isole Trobriand per i trobriandesi (che Mauss aveva studiato) il regalo è un modo attraverso il quale di stabilisce una relazione di reciprocità. Lo scambio di collane di conchiglie, regolato da una regolare attitudine a rifiutare il regalo e a cui il donatore risponde insistendo, costruisce relazioni che rassicurano gli individui. Il punto è che sono i doni non equi a costruire reciprocità. Ma allora per Mauss è il rituale attraverso doni non equi a stabilire una relazione tra diseguali, anziché portare gli individui ad allontanarsi.  Il rituale veicola il rispetto per l’altro. Il rituale avvicina persone distanti.

Dobbiamo concludere che le relazioni P2P, sono modalità di generazione di relazioni in quanto basate su scambi non equi. Infatti poiiché non esiste un mercato che valuta quanto vale ad esempio un commento al mio blog, è evidente che lo scambio tra me ed il lettore è per definizione non equo. Tuttavia abbiamo entrambi interesse a che questo scambio avvenga. E’ legittimo inoltre supporre che lo scambio sulle piattaforme di social network possa essere dettato da un rituale in cui ad esempio lettore decide di aderire per generare una reciprocità. Flaggare il post con “mi piace”, oppure mandare un commento anche generico , è un modo attraverso il quale due persone decidono di proseguire lo scambio in un contesto che viene avvertito come “non indifferente”.

Le considerazioni sui rituali mi riguardano anche personalmente. Nel mio processo di crescita ho messo in discussione molti rituali che ho ereditato dalla mia famiglia e che ho classificato da giovane, eredità di una concezione borghese e quindi svuotata di significati. Certo ne ho recuperato il senso nei vari persorsi introspettivi che ho attraversato in questi anni. Tuttavia l’analisi di Mauss, Sennett e la crescente cultura P2P, pongono di nuovo al centro queste “vecchie” modalità sociali.

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