Annunciato come un divo del cinema si presentò nella grande sala in cui si svolgeva l’evento. Alto imponente, l’occhio ceruleo in un volto incastonato da una folta capigliatura castana.
Ad occhio si sarebbe detto “un capo”, uno che comanda, abituato ad essere ascoltato ed obbedito. Si sedette su una poltroncina di lato, con a fianco i suoi dirigenti. Ascoltò la prima relazione intanto prendendo appunti. Poi parlò. Chiese di quelle tre priorità enunciate dal portavoce che primo aveva preso la parola, quale fosse l’ordine d’importanza.
Ascoltò e riparlò, ancora e ancora, facendo domande mai banali, sembrando (poiché non posso dire di più, ma davvero sembrando), interessato alle risposte, tanto da riportarle sul quadernetto posto dinanzi a lui.
E allora è stata una sorpresa e ho visto un capo come raramente se ne vedono.
Questo nei giorni scorsi, e ho avuto modo di chiedermi anche oggi chi è davvero un capo che possiamo definire un leader.
Questa mattina, in un altro luogo, in un’altra azienda, in un’altra cultura lavorando con il presidente ed i primi dirigenti di un grande gruppo, ho parlato di gabbie.
Quelle in cui si rinchiudono i capi, dentro allo stereotipo che hanno appreso e consolidato nel tempo.
Vittime di modelli chiusi, i capi credono di dover essere forti a tutti i costi, di dover saper controllare, di dover mostrare sicurezza. La mano grande contiene la piccola mano, e lo sguardo che si volge verso l’alto deve trovare un piglio rassicurante.
Ma quanto è possibile oggi? Io non credo possibile oggi essere “sicuri” senza pagare il prezzo dell’ottusità. Poiché cambiare è la norma, allora dobbiamo chiedere alle persone e soprattutto ai capi di saper fare salti di livello logico, di andare nel “meta” molto più che in passato.
“Ai nostri capi chiediamo di dare senso”, ha detto il Presidente, è mi piaciuto molto che sia stato lui a dirlo poiché è proprio l’idea di capo che o in testa.
Un po’ diverso dal capo qui sotto
Il divo del cinema alla fine dell’evento si mise in mezzo alla sala e prese il toro per corna.
Lo menò per un po’ e lo ridusse ad agnellino.
Un ottimo esempio dei capi che vorremmo.
Che bello! Tanto bello quanto raro!