Ho appena incontrato i 15 allievi del Master in Counselling Psicosocioanalitico di Ariele. Si tratta del seminario che il Master mi richiede (ormai da tre anni) sul tema della Leadership. E’ senza dubbio una delle esperienze professionali più gratificanti per me: per il tema, che amo particolarmente, e per la bella atmosfera che s’instaura con gli allievi.
Il mood post vacanziero ed il gruppo molto stimolante, mi hanno portato a riflettere ancora una volta sul modello Leadership 7/8 da me sviluppato ed illustrato nel volume del 2007.
Un’idea di leadership messa alla prova da circa duecento manager che ho incontrato presso la Scuola Coop dal 2002 ad oggi.
Mi sono reso conto negli anni che la leadership che andavo sviluppando era molto vicina ad un processo di individuazione. Non potenziamento, trasferimento di stili, technicality. Piuttosto un percorso all’interno di un campo, per apprendere a conoscersi e ad affermare la propria unicità. Umani ed unici. Perciò ho sempre detto ai miei allievi che l’intensità, l’energia vitale, la presenza sono i nostri obiettivi e a ciò credo fermamente. Ho metaforizzato questo con il concetto di Ottavo/Ottavo.
In questa direzione andavano anche le esperienze post aula. I partecipanti incontrati “dopo”, parlavano di “essere ora più vicini a se stessi” e più raramente di “essere più leader (assertivi, condottieri, strateghi)”.
Il cliente voleva proprio questo e quindi per 13 edizioni (in 8 anni) ho continuato a esplorare e a sviluppare la “mia” idea di leadership.
Ora che il mondo è sempre più P2P mi sembra evidente anche un’altra cosa. All’insegna del codice dei fratelli, abbiamo sempre meno bisogno di leader maiuscoli, inamovibili e tetragoni. Abbiamo sempre più bisogno di quella che Enzo Spaltro, definiva la leadership circolante. Uno stato di grazia del gruppo in cui alla ricchezza psichica conquistata corrisponde la capacità di far circolare le funzioni di governo del gruppo (tecnica, gerarchica, affettiva – Spaltro, Pluralità, 1985). In questi tempi di pluriappartenenze, di reti, di randagismo comunitario, i soggetti montano e smontano i propri accampamenti in poco tempo. Chiamati come sanno e come possono, a issare la bandiera del comandante, solo là dove è necessario e possibile.
In definitiva è proprio ciò che ho sostenuto. Il fondamento della nuova Leadership è la plasticità. Aprire e chiudere progetti di appartenenza, accettare e rilanciare e ciò che ci aspettiamo nei tempi attuali.
Al centro sempre la volontà di un soggetto che è al tempo stesso più libero e più oppresso. Libero di non essere sempre interprete dello stesso copione, oppresso dalla discontinuità vorace, che il nuovo mondo ci impone.
A me tutto questo piace un sacco.
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